POLITICHE DI GENERE, NUOVE INIZIATIVE CGIL, ELETTA LA COORDINATRICE TERRITORIALE
Nuove iniziative nel territorio e le forti rivendicazioni della piattaforma di genere che la Cgil sta sviluppando sono al centro dell’azione del coordinamento donne della Cgil Messina che si è riunito ieri pomeriggio alla presenza della segretaria regionale Mimma Argurio.
“Obiettivo del coordinamento – evidenzia la segretaria provinciale Cgil Clara Crocè – è quello di lavorare per il miglioramento delle nostre proposte contrattuali anche in ottica di genere, sui temi della parità, del contrasto alla violenza dentro e fuori i luoghi di lavoro, in modo organico e trasversale alla più generale attività sindacale, dal momento che l’intera organizzazione conviene sul fatto che la condizione delle donne è metro di misura del grado di democrazia di un paese”.
La definizione di una piattaforma di genere è un percorso per incidere sulla contrattazione e organizzazione del lavoro. Un’azione per una piena affermazione dei diritti delle donne che prosegue per fermare l’arretramento e conquistare nuovi e giusti passaggi.
Il coordinamento provinciale, composto dalle rappresentanti delle categorie e delle strutture sindacali, ha eletto come coordinatrice Marcella Magistro.
La Cgil ribadisce come il lavoro delle donne in Italia continua ad essere caratterizzato da segregazione occupazionale, impieghi poco qualificati, sottoccupazione. Un fotografia della realtà messa in evidenza con gli ultimi dati del rapporto della Fondazione Di Vittorio. “Questi dati sull’occupazione femminile evidenziano quanto molto resta ancora da fare”, sottolinea Clara Crocè che lancia l’allarme su alcuni aspetti messi in rilievo nello studio: “nonostante la crescita della percentuale delle donne occupate, il gap tra il tasso di occupazione maschile (67,1%) e femminile (48,9%) resta di oltre 18 punti (dati provvisori Istat 2017). La forbice si allarga tra Centro-Nord e Sud del Paese: nel Mezzogiorno sfiora il 25% contro circa il 15% del resto della penisola (dati Istat primi tre trimestri 2017)”. “Le donne italiane risultano svantaggiate anche sul fronte della qualità e delle tipologie di occupazione”. Per quanto riguarda la prima “vi è un’incidenza maggiore del lavoro a termine e del ricorso al part-time (nel 2016 34% contro l’8,6% per gli uomini), specie involontario”. Per la seconda “in particolare colpisce lo sbilanciamento tra i lavoratori e le lavoratrici indipendenti con la quota femminile ferma al 31%, e il livello da un lato di segregazione di genere e dall’altro di prevalenza di genere raggiunto in determinati gruppi socio-professionali: se tra gli operai dell’industria e nella fascia alta di imprenditori e dirigenti le donne si attestano al 13,5% e al 26,7%, nell’assistenza alle persone e nei lavori non qualificati dei servizi , la quota raggiunta è pari all’88,2% e al 77,6% (elaborazioni su dati Eurostat 2016)”.
Infine, il differenziale di genere si traduce anche in termini di reddito da lavoro: “nel 2014, ultimi dati disponibili, il reddito guadagnato dalle donne è in media del 24% inferiore agli uomini (14.482 rispetto a 19.110 euro)”.
“Il nostro territorio è fortemente caratterizzato dall’emergenza disoccupazione femminile – fa presente Crocè – che unitamente alla carenza di servizi costituisce un’emergenza sociale per cui rivendichiamo politiche di intervento adeguate”.
L’impegno del coordinamento donne e di tutta la Cgil prosegue per il contrasto alla violenza di genere. “Il primo passo per fermare la violenza – ha ribadito la segretaria provinciale – è la prevenzione e la sensibilizzazione, fondamentali per innescare il cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno. Perché la violenza contro le donne non è un fatto privato, ma riguarda tutti noi”.